domenica 9 giugno 2013

Annunci di lavoro, occhio alle truffe

Annunci di lavoro, occhio alle truffe

  Il miraggio di un posto di lavoro a volte fa perdere la bussola a chi lo sta cercando, facendolo cadere in un raggiro. Per ingenuità, o più spesso per disperazione, si accettano lavori che promettono grandi guadagni e poco impegno. Oppure si risponde ad annunci che hanno il solo scopo di raccogliere dati personali. 
L’Adiconsum e Movimento difesa del cittadino all’interno di un progetto del Ministero del Lavoro, hanno stilato una rassegna della casistica più frequente delle frodi che si nascondono dietro ad annunci di lavoro. La ripropongo, per la serie: meglio prevenire che curare. 

Lavoro a domicilio. Vengono promessi grandi guadagni per l’assemblaggio e/o il confezionamento di prodotti, dietro pagamento delle spese di invio del materiale da utilizzare, che spesso il candidato non riceve.
Vendite porta a porta. Vengono richiesti versamenti per poter iniziare a lavorare cui non segue alcun contratto di lavoro, né tantomeno prodotti da vendere.
Servizi telefonici a pagamento. Non si ottiene alcun contratto di lavoro. L’annuncio ha l’unico scopo di far sì che chiami il maggior numero di persone possibile.
Banche dati. Vengono promessi colloqui di lavoro dietro inserimento, a pagamento, dei propri dati personali in ipotetiche banche dati di aziende.
Corsi di formazione. Vengono promessi posti di lavoro dietro iscrizione e/o frequenza di corsi di formazione, senza mantenere poi la promessa.
Borse di studio. Coprono solo una parte del costo completo del corso, che resta a carico dello studente. Inoltre i titoli rilasciati al termine dei corsi spesso non hanno alcun valore nel mondo del lavoro.
Book fotografico. Vengono promessi contratti strabilianti nel mondo dello spettacolo, a patto che si commissioni un book fotografico per il quale sono richieste cifre intorno ai 1000 euro, cui non segue alcuna offerta di lavoro.
Associazione in partecipazione. Forma di raggiro che colpisce soprattutto le donne. Chi risponde all’inserzione dopo una serie di colloqui firma un contratto che crede sia un normale contratto di lavoro, ma in realtà è un contratto di associazione in partecipazione con compensi molto bassi e senza contributi.
Falsi periodi di prova. Con il miraggio di una futura assunzione, i giovani sono indotti a lavorare per mesi per compensi irrisori ed orari durissimi. Una volta terminato il “tirocinio”, l’azienda chiude e si sposta altrove.
Trasferimento di denaro. Il lavoro consiste nel mettere a disposizione il proprio conto corrente per il transito di denaro. Una volta ricevuto il bonifico, si trattiene solo la percentuale pattuita come compenso, ed il resto si trasferisce secondo le istruzioni ricevute. Il problema è che quei soldi sono il frutto di attività illecite: collaborare al loro trasferimento significa rendersi complici di un reato!
Catene di Sant’Antonio e marketing piramidale. L’offerta di lavoro consiste nel diventare soci e procacciare a propria volta nuovi soci, facendo sottoscrivere contratti simili al proprio. Quest’attività è illegale in Italia, perché non rivolta alla vendita di beni o servizi, ma di reclutamento di utenti. 
Documenti da firmare. Un’altra forma di frode può essere rappresentata da quei documenti sottoposti dal datore di lavoro alla firma del proprio dipendente contenente dichiarazioni di rinuncia ai propri diritti o a qualsiasi altra pretesa o rivendicazione. Tali documenti, infatti, sono validi solo se contenuti in accordi scritti stipulati ai sensi del Codice di procedura civile, siglati o in sede sindacale o dinanzi a un funzionario della Direzione provinciale del lavoro.

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