martedì 27 agosto 2013

Annunci di lavoro, 10 regole per non diventare vittime di un raggiro

Annunci di lavoro, 10 regole per non diventare vittime di un raggiro

Nel post precedente ho riportato le casistiche più frequenti delle frodi che si nascondono dietro alcuni annunci di lavoro stilate dall’Adiconsum e dal Movimento difesa del cittadino.
Sempre in questo progetto di difesa dei cittadini nell’ambito degli annunci di lavoro in collaborazione con il Ministero del Lavoro, le Associazioni stilano le 10 regole cui prestare attenzione per non diventare vittime di un raggiro. Sempre per il principio che è meglio prevenire che curare, vi ripropongo anche queste.
1. Ricordate che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività.
2. Ricordate che una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze
3. Ricordate che quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
4. Diffidate delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva.
5. Effettuate ricerche online – ad esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente.
6. Diffidate delle aziende che vi chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro.
7. Non acquistate kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio.
8. Diffidate di chi vi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi: spesso si tratta soltanto di catene di Sant’Antonio.
9. Prendetevi sempre tutto il tempo necessario per riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
10. Non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito è l’azienda che assume a farsi carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, il corrispettivo non deve essere anticipato, ma verrà detratto dal primo stipendio.
Sabrina Maio 

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