Imprenditoria femminile: i contributi si tingono di rosa
La legge 215 sull’Imprenditoria femminile è lo strumento principale di agevolazione attraverso il quale il Ministero delle Attività produttive mette a disposizione delle donne che hanno un’attività indipendente o desiderano mettersi in proprio, stanziamenti, sotto forma di contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti. Le agevolazioni consistono in contributi in conto capitale nei limiti massimi consentiti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di stato alle imprese in relazione alla localizzazione geografica.
Per chiarezza, nel caso di avvio di Nuove attività, acquisto di attività preesistenti e realizzazione di progetti innovativi, di cui l’impresa può beneficiare sono 3:
1. contributo a fondo perduto: Finanziamento a fondo perduto, una parte del finanziamento sarà concesso a fondo perduto (senza obbligo di restituzione) e una parte a tasso agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni;
2. credito d’imposta;
3. finanziamento agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.
I finanziamenti possono essere concessi nei settori industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo, per i seguenti motivi:
• avvio di nuove attività;
• acquisizione di attività preesistenti;
• progetti aziendali innovativi;
• acquisizione di servizi reali.
In particolare l’Imprenditoria femminile Legge 215 si rivolge a:
• società cooperative o di persone costituite per almeno il 60% da donne;
• società di capitali le cui quote di partecipazione siano, per almeno 2/3, in possesso di donne;
• imprese individuali gestite da donne;
• imprese, consorzi, associazioni, enti di formazione e ordini professionali promotori di corsi di formazione imprenditoriale, servizi di consulenza e assistenza, la cui quote siano possedute per almeno il 70% da donne.
Condizioni necessaria è che rientrino nella definizione di “piccola impresa”, quindi con meno di 50 dipendenti, fatturato inferiore a 7 milioni di Euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni di Euro e indipendenza da imprese “partecipanti”.
Le spese ammesse dalla legge sono inerenti a:
- Studi di fattibilità e piani d’impresa (2% dell’investimento ammesso)
– Progettazione e direzione dei lavori (5% dell’importo per opere murarie)
– Macchinari ed attrezzature
– Impianti generali
- Opere murarie (25% dei macchinari ed impianti)
– Beni usati (solo per acquisto di attività preesistenti)
– Software
– Brevetti
– Attività preesistenti
– Servizi reali
Le misure di cui sopra generalmente sono erogate dalle Regioni pertanto consigliamo di consultare il sito di riferimento della propria regione di appartenenza. In alternativa è possibile rivolgersi agli sportelli informativi delle locali Camere di Commercio.
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