sabato 8 ottobre 2011

7mila medici mancanti nel 2015: la Lombardia contro il numero chiuso


7mila medici mancanti nel 2015: la Lombardia contro il numero chiuso

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L’allarme è stato lanciato dall’assessore lombardo alla Sanità. Troppo pochi i posti nelle scuole di specializzazione: “rischiamo di dover importare medici dall’estero”
Il 2015 sarà l’annus horribilis della sanità lombarda? Sì, secondo l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Luciano Bresciani, che proprio in questi giorni ha lanciato l’allarme sulla grave carenza di medici che incombe sulle strutture sanitarie regionali.
Dal pulpito del congresso nazionale della Società italiana di chirurgia in corso a Firenze, Bresciani ha sottolineato che, con tutti i pensionamenti di medici programmati da qui ai prossimi quattro anni, nel 2015 i camici bianchi mancanti saranno almeno 7.600, ovvero il 40% in meno di quelli che erano in servizio nel 2010; “una voragine”, ha commentato.
Le specialità a rischio sono tantissime: medicina interna, anestesia e rianimazione, chirurgia generale, ginecologia e ostetricia, cardiologia, ortopedia e traumatologia, pediatria, psichiatria e nefrologia.
La causa, secondo l’amministratore – che esprime una preoccupazione espressa a più riprese anche dall’Ordine dei Medici – è da ricercare nella scarsità dei posti disponibili nei corsi di specializzazione post-laurea. In tutte queste specialità in Lombardia i posti sono appena 750: un numero davvero esiguo a fronte del fabbisogno di medici, tanto che da tempo la Regione ha chiesto che vengano portati a 1.277.
“STOP AL NUMERO CHIUSO”
Due le proposte per sanare questa situazione, avanzate dall’assessore Bresciani davanti alla platea dei chirurghi: rivedere il numero chiuso e aprire ai finanziamenti privati i corsi di specialità. E si è detto pronto ad aprire una sperimentazione in tal senso proprio nella sua regione.
«Se non modifichiamo il numero chiuso alla facoltà di medicina - ha detto - la Lombardia rischia di restare senza medici e di doverli importare da altre Regioni. Se non addirittura dall’estero, dove non abbiamo garanzie sugli standard di qualità».
SQUILIBRI
La Lombardia, con i suoi 9 milioni e 743 mila abitanti, ha il 12,46% dei corsi di medicina in Italia. “mentre il Lazio, che ha una popolazione di 5 milioni 727 mila persone, ne ha più del 16%” ha sottolineato ancora l’amministratore. “Uno squilibrio assurdo”.
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